Introduzione storica
Teroldego Rotaliano, trentino per definizione
Il Teroldego è stato il primo a ricevere in Trentino nel 1971, la DOC (Denominazione di Origine Controllata), diventando così la perla dell’intero settore vitivinicolo locale. L’area di produzione si concentra nei comuni del cosiddetto “Campo Rotaliano” - situato tra i paesi di Grumo, San Michele all’Adige, Mezzocorona e Mezzolombardo, estendendosi a nord fino a Roveré della Luna. La sua pianta presenta una grande forza vegetativa, per questo è un vitigno affascinante. Ha una forte originalità con grappoli che proteggono l’evoluzione della sua biodiversità. La mineralità del suolo di queste zone e le condizioni climatiche interagiscono in maniera unica, creando l’habitat ideale che definisce lo stile del Teroldego.
Teroldego Rotaliano DOC di Mezzacorona
La prima produzione di Teroldego Rotaliano DOC di Mezzacorona risale proprio al 1971. Ad oggi, è conservata nel Caveau dei Vini della nostra Cantina.
La Cantina Mezzacorona è situata nel cuore della curatissima Piana Rotaliana, già definita dal noto geografo Cesare Battisti e dall’illustre Goethe come il “il più bel giardino vitato d’Europa”. Mezzacorona, con oltre un secolo di esperienza nella produzione di vino, è leader nella produzione di Teroldego Rotaliano. I soci viticoltori della Cantina coltivano e producono questa varietà con pratiche sostenibili certificate, nel pieno rispetto dell’ambiente, dalla campagna al vino; e tagliano in punta i generosi grappoli di Teroldego pochi giorni prima della vendemmia al fine di concentrare nel frutto gli aromi succosi che si esprimeranno in maniera bilanciata nel vino. La vendemmia manuale e la selezione dei grappoli, garantiscono poi che solo le uve migliori vengano conferite in cantina per produrre i nostri vini.
L'unicità della Piana Rotaliana
La Piana Rotaliana è considerata la “madre patria” del Teroldego, inteso come varietà. La Piana, che è situata tra i paesi di Mezzocorona, Mezzolombardo e Grumo San Michele all’Adige, è costituita da circa 450 ettari di vigneti e deve le sue origini all’incontro dei fiume Noce e Adige. In antichità, infatti, più volte il fiume Noce esondava nei terreni della Piana coprendoli con terra e fango: questi eventi, ripetuti nel tempo, hanno lasciato sul terreno depositi alluvionali che si sono sedimentati e modellati nel corso dei secoli. Il particolare suolo della Piana Rotaliana (terroir) è quindi composto così: un livello superiore, dove crescono le radici, è costituito da sedimenti di pietra calcarea, con importanti parti di pietra carbonica e altri materiali. La parte più bassa del profilo del terreno è invece composta da sassi di forma rotonda, e pietre di varia dimensione. Un terzo livello è acqua del sottosuolo, più precisamente una falda acquifera da dove le radici ottengono idratazione. Inoltre, il muro verticale delle montagne dolomitiche che circondano e proteggono la Piana influisce significativamente sull’accumulo e il conseguente rilascio del calore. Il vento creato dalla convergenza della Val di Non con la Valle dell’Adige mitiga considerevolmente sia le temperature che l’umidità nell’aria, fattori fondamentali per la crescita sana e rigogliosa del Teroldego Rotaliano.